Venerdì
16 aprile sciopero generale di tutti i medici del territorio
Conferenza
stampa
Venerdì
16 aprile ore 11,00 presso la sede della FIMMG Regionale
Via
Santi Cirillo e Metodio 5/b – Bari tel. 0805043779
Costretti
allo sciopero!
"Cittadini,
scusate, ma ci hanno costretto a scioperare e perciò il prossimo 16
aprile non venite nei nostri studi perché li trovereste
chiusi".
Questo
il commento del dott. Mario Falconi – segretario nazionale della
FIMMG - alla vigilia dello sciopero del 16 aprile di tutti i medici
del territorio: medici di famiglia, continuità assistenziale
(guardia medica), medicina dei servizi (medici scolastici),
emergenza territoriale (118) e pediatri di libera scelta.
Allo
sciopero hanno aderito tutte le sigle sindacali della medicina
generale.
La
giornata di protesta fa parte di un articolato programma di
manifestazioni di tutti i medici del Servizio Sanitario Nazionale,
sia dipendenti – come gli ospedalieri – che convenzionati –
come i medici di famiglia, che culminerà nella grande
manifestazione di sabato 24 aprile a Roma.
Le
ragioni dello sciopero sono legate alla forte preoccupazione circa
la tenuta del Servizio Sanitario Nazionale.
Un’apprensione
alimentata dal cronico sottofinanziamento del sistema e dalla
devolution!
“Siamo
all’emergenza sanità! Le lunghe lista di attesa, la necessità di
rivolgersi sempre più al privato per l’accesso alle prestazioni
specialistiche, la mancanza di servizi domiciliari stanno orientando
i cittadini ad accettare l’idea di un diverso servizio sanitario
basato sulle assicurazioni”, ha affermato il dott. Filippo Anelli
– segretario regionale della FIMMG. “Più paghi e più sei
garantito! Se non hai soldi ti garantisce, per quello che può, lo
Stato!”.
Questa
la conseguenza del sottofinanziamento voluto del servizio sanitario
nazionale. Una scelta politica che potrebbe portare al fallimento
del sistema, specie se si realizzasse la devolution, così come
voluta dal Governo Italiano.
Con
la devolution, infatti, la tutela della salute sarebbe totalmente
delegata alle regioni che dovrebbero autonomamente organizzare e
garantire i livelli essenziali di assistenza, senza che lo Stato
assicuri loro un adeguato finanziamento.
Infatti,
nella logica del federalismo fiscale le Regioni dovrebbero garantire
con risorse proprie il servizio sanitario regionale.
Un’operazione
questa che costerebbe, ad esempio, alla Regione Puglia un altro
miliardo di euro. Una previsione catastrofica per la nostra regione
che porterebbe al totale fallimento del sistema sanitario pugliese.
Attualmente
la necessità di garantire il pareggio di bilancio ha indotto la
Regione Puglia ad una riforma del servizio sanitario regionale. Il
piano sanitario regionale, il piano di riordino ospedaliero
rispondono prevalentemente alla logica di una razionalizzazione
delle risorse ed ad un conseguente contenimento delle spese.
Nonostante ciò, il numero delle prestazioni è diminuito e non si
è ancora registrato un aumento dei servizi territoriali, così come
preventivato dal piano sanitario regionale.
La
mancanza di risorse, poi, si ripercuote anche sui rinnovi
contrattuali. Anche qui il vero nodo è rappresentato dalla mancanza
di risorse necessarie a garantire il recupero dell’inflazione
relativo agli ultimi cinque anni e a far fronte ai nuovi compiti,
che alcune stime riconducono al 30% dell’intera attività
professionale, che lo Stato ha delegato ai medici senza un
corrispettivo economico.
In
Puglia, poi, il contratto integrativo regionale, firmato il 10
dicembre 2003, non è stato ancora ratificato dalla Giunta
Regionale.
“Una
grave omissione che rischia di incrinare nuovamente il rapporto tra
medici del territorio e Giunta Regionale. ha osservato il dott.
Filippo Anelli, “Ancora una volta alle parole date non
corrispondono i fatti!”.
La
mancata approvazione da parte della Giunta Regionale del contratto
integrativo per la medicina generale è una mancanza di rispetto
verso tutti quei medici che hanno avviato soluzioni innovative per
il miglioramento dell’attività assistenziale previste
dall’accordo regionale e che ora vedono mortificate queste loro
aspettative. |