“Siamo
di fronte alla necessità di assicurare un momento di svolta
nei rapporti fra Stato e Regioni. Non si può più andare
avanti attraverso logiche e decisioni unilaterali”, lo ha
dichiarato al termine della Conferenza dei Presidenti delle
Regioni il Vicepresidente Vasco
Errani. ”Dobbiamo
partire – ha aggiunto Errani -
da alcune considerazioni di fondo. Non è partito il
federalismo fiscale. Siamo di fronte ad un problema enorme
rispetto alla sostenibilità finanziaria del
livelli essenziali di assistenza nella sanità. Infine
è in corso in Parlamento un dibattito su un’ampia riforma
costituzionale che rischia di far diventare permanente il
conflitto fra lo Stato e le Regioni. Sono problemi che vanno
affrontati con la massima serietà intorno ad un tavolo
istituzionale in grado, ad esempio, di ragionare e di decidere
sul reale finanziamento delle competenze di
Regioni ed enti locali. Il rischio di uno scollamento
istituzionale è serio. Le Regioni rivolgono un appello al
Governo: bisogna cambiare davvero – ha detto Errani
- il rapporto fra le istituzioni riportandolo sul giusto
binario del dialogo. Non si tratta solo di affrontare con
determinazione il finanziamento delle competenze trasferite
con il Titolo V della Costituzione, ma anche di guardare con
attenzione a settori che il decentramento amministrativo ha già
assegnato a Regioni ed enti locali. Penso ad esempio alla
politica per la casa che da anni è di
fatto priva di risorse e rispetto alla quale gli
amministratori si trovano spesso a dover gestire una
situazione di emergenza. Non è con le scelte unilaterali che
si può governare il “sistema
Italia”, ma è piuttosto aprendosi ad un confronto non
pregiudiziale fra tutti i soggetti della Repubblica: Governo,
Regioni ed enti locali.
Vogliamo provare ad affrontare alcuni temi con una
iniziativa e con proposte concrete su alcuni dei grandi
temi che stanno registrando sviluppi e impasse preoccupanti:
penso ad esempio al tema della sanità o a quello del Senato
federale. Mi auguro – ha concluso
il Vicepresidente della Conferenza delle Regioni - che una
iniziativa di questo genere sia interpretata per quello che
vuole davvero rappresentare: e cioè un contributo per un
clima diverso, presupposto imprescindibile di una responsabile
cultura di governo".
E' dunque quasi un appello al governo, ''per cambiare il
rapporto tra le istituzioni'' per dire ''no al conflitto e
alla politica del non ascolto'' quello lanciato da Vasco
Errani (nella foto), a nome delle regioni, riunite per
discutere le proposte per il documento di programmazione
economico-finanziaria 2005-2008. L'ipotesi che si sta
profilando e' quella di chiedere l'apertura di un tavolo di
confronto con governo, autonomie locali, forze sociali e
imprenditoriali per fissare le priorità da stabilire nel Dpef.
Prime fra tutte, la sanità (mancano circa 6 miliardi di
euro per assicurare i livelli essenziali di assistenza), ma
anche la copertura economica delle competenze trasferite dallo
Stato alle Regioni. ''Bisogna rimettersi intorno al tavolo per
riprendere la discussione, per dare equilibrio al sistema'',
ha spiegato Errani facendo anche riferimento al dibattito in
corso sulla riforma costituzionale. Bisogna fare scelte
decisive per il paese e devono essere discusse con tutti i
soggetti interessati. Senza queste scelte - ha aggiunto
- convinte e concrete non è possibile dare risposte ne' si può
continuare a operare ciascuno per conto proprio''. ''In questi
anni - ha osservato Errani - in Italia si è ragionato come se
il Paese non avesse più del doppio del debito degli altri
paesi; si e' lavorato con politiche una tantum. Bisogna invece
ricostruire una politica capace di coinvolgere tutti i
protagonisti; stabilire delle priorità e su queste andare
avanti''. Errani ha infine ricordato che su temi determinanti
le Regioni hanno già espresso posizioni comuni: ''Dalla
sanita' alla richiesta di costituire un vero Senato federale''.
Nella serata di lunedi'
prossimo, 28 giugno, comunque
i Presidenti delle Regioni si incontreranno, in seduta
riservata, per trovare un accordo su alcuni emendamenti
da presentare alla Commissione Affari Costituzionali della
Camera in materia di riforme.
Riparte cosi' il percorso della comune riflessione che aveva
portato i Presidenti delle Regioni, durante l'esame della
riforma al Senato, ad assumere una serie di iniziative: ultime
delle quali gli incontri con presidente della camera e
con il Presidente del Senato perché venissero introdotte
delle modifiche alla riforma costituzionale per garantire una
più forte rappresentanza del territorio nel Senato
federale:
E di un "urgente cambiamento di metodo nel Governo"
ha parlato anche il Presidente della Compagnia delle opere Raffaello
Vignali alla conferenza stampa di presentazione del 25/mo
Meeting di Comunione e liberazione
(per approfondimenti sul meeting cfr. www.meetingrimini.org)
''Berlusconi governi con una assunzione di responsabilità
per il bene di tutto il Paese, e se fa riforme, si assuma le
sue responsabilità e cerchi di ottenere quel consenso che
esse non vengano più cambiate dopo il 2006; se no finiamo
come il Messico agli inizi del '900''.
Sull'emergenza finanziaria che caratterizzerà il Servizio
sanitario si è soffermato, al termine della Conferenza delle
Regioni l'assessore al bilancio della Lombardia Romano
Colozzi (che per la Conferenza delle Regioni coordina gli
assessori al bilancio): "affinché non sia
sottofinanziato, si deve prevedere un trasferimento di
89-91miliardi di euro, quindi alle Regioni serviranno dai 7 ai
9 miliardidi euro in più rispetto a quelli attuali; una
forbice determinata anche dall'inserimento o meno della non
autosufficienza. Anche Colozzi ha sottolineato comunque la
necessità di un tavolo di confronto per presentare i conti
allo Stato che, ha detto, ''non si tratta di una lista della
spesa ma di poter fare la propria parte. Tuttavia, in vista
del Dpef -ha continuato- ancora nessuna proposta ci e' stata
fatta da parte del governo''. L'apertura di un tavolo, ha
spiegato l'assessore Colozzi, rappresenterebbe ''una volta
epocale per il nostro Paese, perché tutti sanno che da
decenni il metodo usato finora e' di mettere a disposizione
risorse sottostimata rispetto alle prestazioni necessarie.
Questo -ha concluso- ha sempre creato un conflitto
istituzionale e disagi per i cittadini''. Le Regioni non si
presentano dunque con un ''atteggiamento rivendicativo''
ha detto Romano
Colozzi, ma chiedono al governo di poter fare la propria
parte.
''Il problema vero - ha aggiunto il Presidente delle
Marche Vito
D'Ambrosio - è proprio il rapporto con il governo, in
particolare su due grandi temi: il welfare e la sanita'.
Vogliamo capire se il governo si farà o no carico dei
problemi dei bilanci regionali''.
Anche ''le autonomie locali sono pronte al confronto
preventivo con il Governo sul prossimo Dpef, prima del 5
luglio'', giorno in cui il governo presenterà i conti
pubblici. Lo affermano, in una nota, Leonardo
Domenici e Lorenzo Ria, rispettivamente Presidenti dell'Anci
e dell'Upi. ''I comuni e le province - ribadiscono - sono fin
da subito disponibili all'incontrocon il governo per la
verifica delle rispettive posizioni in materia di
predisposizione del Dpef e per costruire insieme un percorso
cheporti ad una manovra finanziaria che non penalizzi
ulteriormente le
autonomie locali''.''Non siamo più disponibili - anticipano
però Domenici e Ria- a ulteriori tagli alle risorse degli
enti locali e alla introduzione o al mantenimento di pesanti
vincoli alla loro autonoma azione di governo sul territorio''.
''E questo perché - ribadiscono- siamo certi che, dopo il
contributo fino ad oggi dato al risanamento della finanza
pubblica, non ci siano più spazi per manovre a danno di enti
di governo territoriale''.
(sm) |
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