BARI — I ticket
sono stati reintrodotti, ma l’abolizione del delisting che doveva
accompagnare la misura è una specie di bluff. Filippo Anelli,
segretario della Fimmg pugliese, federazione dei medici di famiglia, usa
toni severi nei confronti della Regione Puglia. Preannuncia un ricorso
al Tar per la procedura con cui è stata approvata la delibera dell’8
agosto sulla "compartecipazione alla spesa" e spiega: "La
Regione ha annunciato di aver reintrodotto il ticket sui
farmaci e di aver abolito il delisting, in una specie di ideale
contrappeso. Ma non è esattamente così".
Per spiegare di che stiamo parlando occorre fare un passo indietro. E
precisamente all’8 marzo scorso quando circa
300 farmaci (134 principi attivi) fino ad allora gratuiti ed inseriti in
fascia A diventarono a pagamento e transitarono in fascia C (operazione
di delisting). Lo scorso 8 agosto la giunta regionale ha deciso di far
pagare i ticket sulle medicine, annunciando che "in compenso veniva
abolito il delisting". Sembrava di capire che i 300 medicinali che
a marzo diventarono a pagamento dovessero tornare nella fascia A, a
carico del servizio sanitario regionale (naturalmente con il ticket).
"Invece non è così - spiega Anelli - perché solo il 40% di quei
farmaci è tornato in fascia
A, il resto è andato a finire nella categoria B2, ossia le medicine che
il cittadino paga a metà". Cerchiamo di capire perché. All’inizio
dell’anno il governo rivide il prontuario farmaceutico e alle
categorie precedenti (gratuite e a pagamento), aggiunse le fasce B1 e B2,
con la prima riservata alla "compartecipazione alla spesa"
fino al 20 per cento, la seconda fino al 50. La Puglia lasciò immutata
la situazione e non trasferì alcun farmaco gratuito (categoria A) nella
nuova fascia B. In compenso a marzo decise l’operazione di delisting e
300 medicine diventarono a pagamento. "Leggendo con attenzione la
delibera dell’8 agosto - chiarisce Anelli - abbiamo compreso che solo
il 40% di quei medicinali tornerà ad essere gratuito". Gli altri
erano gratis, poi sono diventati a pagamento e ora sono a
carico del cittadino per il 50 per cento. E non è tutto.
"La
Regione - spiega Anelli - non ha mai fatto l’elenco delle edicine di
fascia B. In delibera si limita a dire che certi farmaci passano nella
B2. Per cui a noi medici e ai farmacisti non rimane che rifarci all’elenco
ministeriale. Ma sarebbe bene che la Regione vi provvedesse per evitare
equivoci di ogni tipo". Non sono le uniche critiche. La Fimmg
contesta al governo regionale di aver approvato il provvedimento
"senza la consultazione delle organizzazioni mediche". "E
con ciò - dice Anelli - ha violato ancora una volta il contratto di
lavoro: per questo abbiamo inviato un telegramma a Fitto e Mazzaracchio,
cui farà seguito
un ricorso al Tribunale amministrativo.
La verità è che ci sentiamo
mortificati. Avevamo detto al governatore, quando siamo stati consultati
sul piano ospedaliero, di considerarci non la controparte, ma una specie
di consulenti visto che siamo inseriti a pieno titolo nel sistema
sanitario regionale. Purtroppo nessuno ne ha tenuto conto. Ma noi siamo
determinati a far rispettare il nostro ruolo e il contratto di
lavoro".